Abstract
Con Teorema, Pasolini rappresenta nel 1968 la dissoluzione di una famiglia borghese. Il teorema di cui parla il titolo è questo: che cosa avviene quando i membri di una famiglia borghese vengono in contatto con un elemento completamente alieno, un giovane ospite misterioso che si presenta all improvviso e all improvviso scompare. Uno degli elementi più rilevanti che Pasolini affronta qui per la prima volta, dopo una serie di romanzi dedicati al sottoproletariato friulano e romano, è il mondo borghese. In Teorema Pasolini cerca coniugare principalmente situazioni che vengono dalla realtà borghese: la famiglia, il rapporto padri e figli, la ribellione, la perversione sessuale, con suggestioni mitiche e bibliche. Dobbiamo quindi aspettarci una struttura bifronte che rimanda contemporaneamente al presente che al passato. La chiave di lettura del romanzo ce l ha fornita Pasolini stesso usando nella prima pagina del romanzo la citazione biblica del Libro dell Esodo (13,18): «Dio fece quindi piegare il popolo per la via del deserto». La citazione ci indica che si può leggere la storia sulla borghesia dal punto di vista storico e dal punto di vista biblico. Il metodo di lettura proposto da Pasolini non è in nessun modo nuovo o eccezionale. Dante stesso ha proposto una doppia lettura della Divina Commedia nella sua epistola a Can Grande della Scala. Partendo da un discorso letterario, la presente tesi legge Teorema da due punti di vista: uno politico e uno religioso. Attraverso una doppia lettura del romanzo, la tesi discute da una parte che cosa significa per una famiglia borghese italiana nel 1968 trovarsi, fisicamente e spiritualmente, per la via del deserto. Dall altra parte discute – attraverso la teoria del desiderio mimetico di René Girard – che cosa rappresenta il binomio oppressione – libertà.